La
collana "La città delle valli" è un'iniziativa culturale,
promossa dal Gruppo di Azione Locale (GAL) Val d'Anapo, ed ha
uno scopo preciso: condurre un'opera ali sensibilizzazione per
una coscienza e conoscenza storica del patrimonio storico,
culturale ed ambientale del Comprensorio Val d'Anapo.
Le ragioni di una tale scelta stanno tutte nella consapevolezza
che non è affatto scontato che gli abitanti di questo territorio
(prima ancora dei visitatori esterni) siano pienamente coscienti
sia delle sue straordinarie risorse culturali ed ambientali, sia
delle opportunità che una corretta ed ecocompatibile
valorizzazione e promozione di tale risorse può determinare sul
piano dello sviluppo economico.
La perdita della memoria storica e la sua mancata o debole
trasmissione alle nuove generazioni è uno dei motivi principali
della progressiva perdita di identità. E ciò è un fattore
preoccupante non solo perché può interrompere la crescita
culturale e civile delle popolazioni ma perché le priva di un
elemento decisivo che può fare (la contraltare alla serialità e
all'anonimato che caratterizza lei nostra epoca. Senza un
"riordino della memoria" è difficile riconoscersi e trovare
un'identità specifica. E la memoria ha bisogno di simboli, di
spazi deputati alla sua ricostruzione, di suoi luoghi. Ora
questi luoghi della memoria non esistono di per sé, non sono
dati in natura, una volta per tutte; essi esistono davvero,
riprendono forma e significato solo in relazione alla "cura" che
se ne ha. Gli studi, le memorie, le immagini, i documenti che
sono pubblicati in questa collana vogliono proprio contribuire a
ricostruire una mappa di_ questi "luoghi", definendo così un
"atlante" storico, culturale e antropologico del nostro
territorio, da mettere a disposizione di tutti, con l'augurio
che ognuno lo possa fare: proprio. D'altronde quale passato ci
potrebbe davvero interessare, se prima non lo abbiamo fatto
diventare "il nostro"? Ecco allora che la storia del nostro
comprensorio (dei suoi reperti, dei suoi manufatti artistici,
dei suoi insediamenti umani, ma anche della sua sistemazione e
messa a coltura, del susseguirsi delle sue vocazioni di
produzione e di scambio) può diventare la molla per la
ricostruzione del sentimento collettivo di appartenenza, di
auto-stima, di auto-fiducia. L'identità culturale, quindi, come
potente fattore di civiltà che definisce nuove "compatibilità",
nuovi bisogni collettivi e rafforza il "capitale sociale"
necessario per un nuovo sviluppo qualitativo del nostro
territorio.
Massimo Papa
Gal Val D'Anapo 2001 |