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Comune di Buccheri

LA VIA DEL FREDDO

ITINERARIO DELLE NEVIERE DI BUCCHERI

di Luigi Lombardo e  Franco Interlandi 

 

Il commercio della neve


Quando a partire dal '700 il commercio della neve divenne ancora più remunerativo, il Principe di Buccheri si avvalse del suo diritto di "privativa" sulla neve che fioccava, che gli derivava da un precedente bando promulgato nel 1645, in cui si proibiva a chiunque di raccogliere neve se prima non fossero piene quelle dello Stato (del Principe) e si stabiliva una penale di 5 orze per i trasgressori. Nel 1761 la Principessa di Villafranca volle disciplinare con più rigore la raccolta della neve, ordinando meglio la gestione delle neviere di sua proprietà. Gli Alliata furono veramente i "Signori della neve" a Buccheri come in tutta la Sicilia. Essi tenevano un florido commercio sia della neve "inchiusa" nella Montagna (dell'Etna) che della neve di Buccheri compensando ora con una ora con altra le eventuali carenze che si verificassero
Nel Seicento a Buccheri diverse neviere divennero proprietà delle chiese, in seguito a donazioni fatte da privati. La chiesa di Santa Maria Maddalena possedeva diverse neviere. Per antichissima consuetudine la neve si vendeva a carichi.
Anche la chiesa di S. Antonio possedeva e gestiva alcune neviere. I primi documenti che parlano delle neviere di S. Antonio risalgano al 1623.
Dopo il 1860 molte neviere, e in particolare quelle delle chiese, furono gestite dalla Congregazione di carità, ente che raccoglieva le diverse opere pie del paese. Le neviere della congregazione erano affittate: i contratti datano dal 1873 ed erano in genere di quattro anni. Successivamente i privati controllarono quasi tutte le neviere di Buccheri, che sfruttavano direttamente o col solito sistema dell'affitto.
Dopo la seconda guerra mondiale le neviere di Buccheri chiudono definitivamente. In genere si hanno a Buccheri due nevicate fra gennaio e febbraio; più rare le nevicate a marzo.
In passato le nevicate erano più numerose e soprattutto abbondanti, di conseguenza si riusciva a far più raccolte in modo da colmare la "fossa". Una abbondante nevicata suscitava gioia e aspettative fra i salariati iurnatari.
Sparsasi la voce che un padrone o gabelloto di neviera doveva riempirla, i giornalieri si davano appuntamento all'alba nella Piazza Antica (oggi Piazza Toselli): qui il padrone della neviera o l'appaltatore sceglieva gli uomini ritenuti più adatti al lavoro. Si formavano così "chiurme" di 4050 uomini, che, ben coperti, partivano immediatamente per la Piana: allo spuntar del sole bisognava aver avviato il lavoro, poiché il sole è il vero nemico in questo lavoro.

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